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L'entroterra di ponente

Apricale

Itinerario ad Apricale, alla scoperta di uno dei borghi più belli d'italia. Stradine strette, saliscendi, una grande piazza, le luci della sera.

Itinerario ad Apricale, alla scoperta di uno dei borghi più belli d'italia. Stradine strette, saliscendi, una grande piazza, le luci della sera.


Un'ambientazione affascinante dove ha trovato naturale collocazione l'Albergo Diffuso, una struttura decentrata con le abitazioni che non sono tradizionali camere d'albergo ma locali ricavati nelle abitazioni del borgo.


Entusiasmante è dire poco, provare per credere! girando per le stradine Michela ha incontrato l'artigiano che ha costruito in legno tutte le cassette della posta del borgo, l'arte infatti sembra trovare sfogo tra le mura di questo paese le cui facciate delle case ospitano affreschi che le rendono uniche.


Ultima tappa della visita non poteva che essere in un ristorante tipico del luogo, per provare lo stinco di camufalo, il porcazzone e lo zabaione tipico di Apricale.

Apricale e l'Albergo Diffuso 2/2

Gli Alberghi diffusi sono strutture realizzate seguendo il modello di Giancarlo Dall'Ara nell'ottica di rivalutare antichi borghi senza dover costruire nuove strutture ma valorizzando e ristrutturando quelle esistenti, in Italia prevalentemente medioevali, facendo così rivivere meravigliosi borghi altrimenti destinati all'abbandono degli stessi abitanti e al declino.

Un progetto meraviglioso che ha riportato in vita borghi semi abbandonati, il nostro viaggio inizia in Liguria, nell'estremo ponente in provincia di Imperia, nel borgo di Apricale che la signora Emanuela ha saputo con passione e iniziativa recuperare, ora le camere dell'Albergo Diffuso sono sparse nel borgo, completamente ristrutturato e i turisti possono vivere un'esperienza unica in dimore d'epoca con pietra a vista, un qualcosa di imperdibile.


Anche l'impatto ecologico è stato considerato nei dettagli: nel borgo non possono entrare auto ma può circolare solo una piccola golf car elettrica, che non consuma, non inquina e non fa rumore. In più è realizzata da un'azienda italiana e anche questo non può che farci piacere.


Munta e Cara, questo il nome dell'Albergo Diffuso di Apricale, vi attende, e, credete a noi, non sarà una delusione ma ne rimarrete affascinati!


Tutte le abitazioni sono state recuperate e finemente restaurate, rispettando i racconti del passato in esse custoditi, e valorizzando l'unicità delle decorazioni del tempo passato. Camere e Suite sono ricavate all'interno di antiche torri, storiche abitazioni del centro di Apricale, con pareti in pietra, travi in legno o soffitti a volta.

Apricale e l'Albergo Diffuso 1/2

Il progetto degli Alberghi Diffusi inoltre ha il nobile scopo di ripristinare ruderi e case abbandonate, rivitalizzando i centri storici dei borghi più belli d'Italia

Sapete cosa è un Albergo Diffuso? Se non conoscete questo nuovo modo di intendere il soggiorno in un borgo antico guardate questo video riferito all'Albergo Diffuso di Apricale (Ventimiglia), scoprirete che le camere sono ricavate nelle antiche abitazioni del centro storico del borgo, quindi il soggiorno potrà avvenire in torri antiche, grotte e case nobili, sparse in tutto il suggestivo centro pedonale, tra salite, discese, stretti caruggi e mura medievali.

Un modo per visitare un luogo da protagonista, integrandosi con gli abitanti per scoprirlo e conoscerlo in modo approfondito.

Il progetto degli Alberghi Diffusi inoltre ha il nobile scopo di ripristinare ruderi e case abbandonate, rivitalizzando i centri storici dei borghi più belli d'Italia.


Ad Apricale, nel ponente ligure, c'è l'Albergo Diffuso Munta e Cara, tutte le abitazioni sono state recuperate e finemente restaurate, rispettando i racconti del passato in esse custoditi e valorizzando l'unicità delle decorazioni del tempo passato.


Apricale è vera e propria magia, soggiornarvi anche solo un weekend significa fare un tuffo nel medioevo, per non parlare delle prelibatezze enogastronomiche locali e gli eventi che rendono il borgo vitale tutto l'anno.


Anche i dintorni sono di tutto rispetto con borghi pittoreschi come Dolceacqua, Pigna, Bussana Vecchia, ma anche località mondane come Sanremo o Montecarlo, che dista circa mezz'ora.

Val Pennavaire

Oggi vogliamo mostrarvi un angolo della Liguria nascosto e poco conosciuto anche a molti liguri.


L'itinerario di oggi è infatti molto particolare, soprattutto per essere in Liguria che conosciamo tutti soprattutto per le località di mare

Oggi vogliamo mostrarvi un angolo d'Italia nascosto poco conosciuto anche a molti liguri.


L'itinerario di oggi è infatti molto particolare, soprattutto per essere in Liguria che conosciamo tutti soprattutto per le località di mare. La nostra meta non è distante dal mare ma siamo nell'entroterra di Savona, in Val Pennavaire, proprio dove iniziano le Alpi.


Il paradiso degli amanti dell'arrampicata per le pareti rocciose ideali per questo sport, amato anche da molti stranieri che raggiungono Castelbianco proprio per arrampicarsi sulle pareti verticali che racchiudono la vallata. Ma la Val Pennavaire offre anche altro, sentieri immersi nella natura, laghetti meravigliosi a Nasino e Colletta di Castelbianco, un borgo che il secolo scorso era stato abbandonato per poi venire ristrutturato in modo talmente curato da diventare uno dei Borghi più belli d'Italia, molto particolare anche per essere completamente cablato, tanto da essere definito il "borgo telematico". Spostandosi di pochi chilometri l'itinerario si conclude ad Alto, l'unico comune della vallata che si trova in Piemonte, in provincia di Cuneo.

Villanova d'Albenga

In realtà siamo a pochi chilometri dal mare, ma per i liguri ... se non è bagnata dall'acqua del mare è "entroterra"!

Il borgo fu fondato dal vicino Comune di Albenga nel 1250 come avamposto strategico contro i domini feudali circostanti.


Il centro storico, costruito a pianta poligonale, si presenta ancora quasi completamente circondato dall'antica cinta muraria con la presenza delle dieci torri e delle due porte d'accesso, una di fronte all'altra, in perfetta simmetria. Al centro del borgo si conserva il pozzo medievale, il simbolo di Villanova manon solo, anche una risorsa perchpè fino agli anni trenta del XX secolo era l'unica fonte di d'acqua potabile per gli abitanti, che la attingevano utilizzando le catene e i secchi d'epoca.

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